La disoccupazione del dopoguerra e il Piano comunale

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Il Prefetto di Bologna sollecita il Ministro del Tesoro ad approvare il piano di lavori pubblici per 100 milioni presentato dal Comune in accordo con la Camera del Lavoro. Il programma riguarda l'impianto fognario, la rete stradale, la costruzione di alloggi popolari, strutture scolastiche, il nuovo macello, l'ampliamento del cimitero.
Si spera così di completare i progetti rimandati durante il conflitto e di risolvere, almeno in parte, il grave problema della disoccupazione.
Gli effetti economici della fine della guerra cominciano infatti a farsi sentire: sono già più di 20.000 gli operai licenziati dalle industrie prima impegnate nella produzione bellica.
In particolare i lavoratori dell'Arsenale sono passati da circa 10.000 a 1.000.
Il prefetto è preoccupato anche per la sorte dei soldati congedati che, senza lavoro e alle prese con immediati problemi di sussistenza, non vedono alcun beneficio dopo i sacrifici sofferti. Vi sono a Bologna le condizioni per manifestazioni che possono presto degenerare “in senso sovversivo”.

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Lavoro femminile (Il)
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Elisa Erioli, Il lavoro femminile durante la Grande Guerra.