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Isonzo, il terreno delle grandi battaglie

Fronte militare

Schede

L'Isonzo ha le sorgenti nel massiccio del Mangart e, con direzione generalmente verso sud, dopo 130 chilometri di corso tortuoso sfocia in Adriatico vicino a Monfalcone.
Il bacino del fiume si sviluppa per circa tre quarti in territorio montano, fra le gole continue e pareti a picco delle Alpi Giulie, da un lato, e le propaggini del massiccio del Canin e di monte Maggiore dall'altro. Nella prima parte del percorso, l'Isonzo riceve le acque del Coritenza a destra e del Tolminca e Idria a sinistra; gli unici slarghi dell'alveo sono presso le conche di Plezzo, Caporetto e Tolmino, poco oltre il fiume si insinua di nuovo tra pareti a picco.
Nel tratto Doblar - Plava, l'approccio alle sue rive è meno faticoso per la presenza di campi coltivati e di sentieri; a Salcano, presso Gorizia, il fiume sbocca in pianura e corre liberamente sino al mare dopo aver lambito il piede del pianoro del Carso.
L'Isonzo costituiva per gli Austriaci una linea naturale di difesa, solidamente appoggiata al campo trincerato di Predil in Carnia e di Gorizia; le sponde del fiume sono sempre coperte da una doppia linea di colline, poco elevate ma scarsamente praticabili, la corrente si mantiene sempre impetuosa, e bastano poche piogge per creare piene improvvise.
Nel corso alto e medio sino a Salcano, non vi erano possibilità di guadi sicuri e ampi per operazioni militari importanti, ciò spinse il nostro Comando Supremo a tentare lo sfondamento delle linee nemiche nei settori della 2a e 3a Armata che erano appunto schierate, grosso modo, da Tolmino al mare.
Paolo Antolini