Il delitto di via del Piombo

Il delitto di via del Piombo

22 giugno 1838

Scheda

I documenti dell'Archivio Storico del Comune di Bologna danno la possibilità di seguire numerosi percorsi archivistici. Spaziando da un fondo all'altro, da una serie all'altra, si possono completare le notizia di fatti accaduti nella nostra città. Esaminando le carte del fondo "Cimitero della Certosa", nella serie "Permessi di seppellimento" è stato rilevato un fatto che in seguito viene approfondito consultando la serie "Decreti, Proclami e Avvisi". La ricerca è stata arricchita da dati bibliografici di testi disponibili nelle biblioteche cittadine. Ancora una volta le notizie possono essere correlate incrociando dati ricavati da diverse fonti, e in questo modo un avvenimento isolato diventa una storia. Nel riordinare i permessi di seppellimento del campo "T" "dei condannati", conservati nel fondo della Certosa, è stato rinvenuto il permesso numero sessantotto datato 29 settembre 1838, nel quale viene registrato il decesso per decapitazione di Romano Cavrendi. Come consuetudine all'epoca le sentenze ufficiali del Governo venivano rese pubbliche mediante esposizione nei "Soliti luoghi".

La ricerca è proseguita nella serie archivistica "Decreti, proclami, avvisi" del 1838 in cui al n. 151 è stato possibile leggere la sentenza integrale del Tribunale Civile e Criminale di Prima Istanza con sede in Bologna. Dal testo si è ricostruita la dinamica del fatto e il contesto sociale in cui si è verificato. Nel Borghetto del Piombo, in una giornata d'estate all'una del pomeriggio, viene consumato un orrendo delitto. Qui vive Romano Cavrendi, detto il Romanino, di 27 anni, vedovo senza figli, di mestiere canapino; si invaghisce di una ragazza di 16 anni, abitante nel medesimo borgo, di nome Teresa Corazza. Il Cavrendi, essendo vedovo, chiede il permesso ai parenti della giovine di poterla frequentare con la promessa di matrimonio. Dopo una prima perplessità, in considerazione della giovane età della fanciulla, i familiari acconsentono la frequentazione in casa loro. Verso la metà di maggio del 1838 il Romanino condusse prepotentemente la giovane in un'osteria e abusa di lei. Il giorno dopo ella si reca dal medico che, a causa della violenza subita, la conduce in ospedale dove rimane ricoverata per sette giorni. La madre, venuta a conoscenza del tragico fatto vietò, all'uomo di continuare la frequentazione. Il Romanino, sdegnatosi del rifiuto della madre e della ragazza, pensa che Teresa avesse un altro amante e minacciò di bastonarla. Versomezzogiorno del 22 giugno, il Cavrendi viene visto nei pressi della casa della giovanetta da alcuni testimoni. Verso l'una, Teresa, ritornando da scuola, giunge davanti alla sua abitazione e lì fu aggredita improvvisamente e ferita mortalmente da diversi colpi da arma da taglio.

Il 26 giugno il Romanino si costituisce alle autorità e tradotto al carcere di San Giovanni in Monte, il 30 luglio 1838 viene istituito il processo. L'imputato, accusato del delitto, fu assistito dagli avvocati Carlo Monti e Antonio Brunelli. Il Procuratore fiscale, letti i rapporti di polizia e ascoltate le deposizioni di Regina Galli, madre della vittima, e di diversi testimoni, determina che l'omicidio sia stato eseguito volontariamente con animo deliberato e condannò l'imputato alla pena dell'ultimo supplizio e all'ammenda dei danni verso la famiglia della fanciulla, da liquidarsi in giudizio civile. La sentenza fu intimata al condannato dandogli la facoltà di ricorrervi contro.

Il 18 agosto il Pontificio Tribunale di Appello per le Quattro Legazioni in Bologna confermò l'appellata sentenza del Tribunale Civile e Criminale di Bologna e ne venne informato il Cavrendi il 22 agosto. Egli si avvalse della facoltà di ricorrere al Tribunale Supremo della Sacra Consulta. Il 14 settembre la "Sagra Cosulta", viste le risultanze, ascoltate le parti, chiusa la discussione, "Invocando il nome Santissimo di Dio", il Supremo Tribunale pronunciò la decisione di conferma della sentenza di prima istanza. Il Segretario della "Sagra Consulta" inviò la relazione al Santo Padre ed egli non diede ordine contrario all'esecuzione della medesima. Il 28 di settembre viste le sentenze e visti gli articoli del Regolamento organico di Procedura Criminale datato 6 settembre 1831, la "Sagra Consulta" così sentenziò: "...sia data piena esecuzione alla prefata sentenza di Morte emanata contro Romano Cavrendi, e da tale effetto il condannato medesimo sia tradotto alle ore 8 antimeridiane precise del giorno di sabato 29 settembre cadente nel Prato di Sant'Antonio di questa città ed ivi sia decapitato". "Oggi 29 settembre 1838 Io infrascritto cursore presso il Tribunale Civile e Criminale di Prima Istanza, riferisco qualmente in questa mattina alle ore 8 antimeridiane è stata eseguita la sentenza di morte in persona di Romano Cavrendi nel solito luogo di questa città detto = il Prato di Sant'Antonio = mediante la decapitazione. Germano Corsini Cursore". In seguito a ricerche bibliografiche svolte su Romano Cavrendi, è risultato che viene citato in due pubblicazioni. La prima del 1824 "La Medicina curativa prova e giustificata dei fatti" del chirurgo Le Roy. Alla pagina 31 viene indicato uno studio terapeutico su di un giovinetto di anni 12, presumibilmente lo stesso Romano Cavrendi. Il testo si trova presso la Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio. La seconda pubblicazione tratta da "Nuovi Annali delle Scienze Naturali" datati 1838 - 1843, riguarda uno studio di medicina fatto sul cadavere decapitato del Cavrendi eseguito dai professori Antonio Alessandrini e Luigi Calori, i quali ricevettero le sue spoglie trenta minuti dopo la sua esecuzione. Il periodico si trova presso la Biblioteca Universitaria.

William Baietti

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Documenti
Sentenza del delitto di via del Piombo
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Sentenza del delitto di via del Piombo, Bologna, 1838. Archivio Storico del Comune di Bologna, Comune, 1838, Decreti, Proclami, Avvisi, dalli 11 luglio a tutto il 31 Xmbre, dal n.103 al n.108

Cavrendi Romano
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Permesso di seppellimento di Romano Cavrendi, 29 settembre 1838. Archivio Storico del Comune di Bologna, Comune, Certosa, Permessi di seppellimento, 1838

Corazza Teresa
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Permesso di seppellimento di Teresa Corazza, 23 giugno 1838. Archivio Storico del Comune di Bologna, Comune, Certosa, Permessi di seppellimento, 1838

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