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I cani in guerra

1915 | 1918

Schede

La prima guerra mondiale vide un uso intensivo di animali, su tutti i fronti e per gli scopi più diversi: cani da trasporto, cani soccorritori in forza alla Croce Rossa, canarini usati per rilevare la presenza di gas letali, gatti in trincea per la cattura dei ratti, piccioni viaggiatori portatori di comunicazioni oltre le linee di fuoco, colombi dotati di macchinette fotografiche per lo “spionaggio” delle postazioni nemiche, muli da trasporto sia in pianura che, soprattutto, in alta montagna, cavalli da traino e da combattimento, buoi ed ovini per l’alimentazione dei milioni di soldati... L’uso degli animali, in ogni esercito non conobbe limiti né nella quantità né nell’ideazione di nuovi impieghi. In particolare, sul fronte dolomitico italiano si presentò il forte problema del trasporto di vettovaglie, medicinali, munizioni e pezzi di artiglierie in alta quota (anche a 3.000 metri): per questo vennero usati muli ed asini, ma anche cani, “reclutati” prevalentemente tra quelli di razza da pastore d’età compresa fra i 10 mesi ed i 3 anni. Uno dei centri di addestramento predisposti per questi cani si trovava a Bologna presso il complesso militare dei Prati di Caprara. Qui i cani venivano addestrati a trainare prima carretti, poi slitte. Al termine del corso venivano inviati in alta montagna per completare il tirocinio, quindi assegnati ai corpi alpini. La prima idea per un simile utilizzo sembra sia da attribuire al Maggiore cesenate Carlo Mazzoli (1879-1928), pluridecorato, amatissimo dai suoi uomini, noto come “il Garibaldi della Val Dogna”, curioso personaggio che portava i capelli lunghi e si permetteva comportamenti decisamente al di fuori delle rigide regole militari. Mazzoli si muoveva sempre circondato da un branco di cani, anche nei momenti del combattimento. Assegnato alla zona dell’Adamello, per i trasporti addestrò prima una speciale “squadra” di asini per il traino di slitte adibite al trasporto di viveri e munizioni quindi, alla luce degli scarsi risultati, i suoi cani. Da questa idea rivelatasi vincente venne creato il centro di addestramento di Bologna, di cui una sede è documentata nel Castello Cassarini di via del Parco.

Bibliografia: Le Gioie di Bologna, 1919; L. Fabi, Guerra bestiale: uomini e animali nella grande guerra, Cremona, Persico, 2004; L. Fabi, Il bravo soldato mulo: storie di uomini e di animali nella grande guerra, Milano, Mursia, 2012; T. Magalotti, Quel diavolo di Carlo Mazzoli: un romagnolo comandante alpino e stratega, Cesena, Stilgraf, 2016; N. Persegati, Il Comandante dei Briganti: La guerra del capitano degli alpini Carlo Mazzoli da Cesena, Udine, Paolo Gaspari ed., 2016; sito Noi Alpini, sito Orsi della Luna