Galliera, (BO)

Galliera, (BO)

1796 | 1918

Scheda

Galliera è un piccolo comune nell'area metropolitana bolognese, costituito dalle frazioni di San Venanzio, capoluogo comunale, San Vincenzo e Galliera. Il territorio era già conosciuto in età romana, quando vennero operate le prime operazioni di bonifica. I secoli seguenti vanificarono gli sforzi e in molte terre ritornarono le acque. Nel medioevo sorgevano sull'area diversi castelli, di cui non rimane traccia, se non per quello di Galliera. Con l'arrivo dei Francesi nel 1796 si aprì un nuovo capitolo. Antonio Aldini, acquistando beni religiosi soppressi, riuscì ad accorpare 52 fondi agricoli tra Galliera e San Pietro in Casale, realizzando una grande tenuta cui nel 1812 fu assegnato il titolo di ducato, concesso ad una nipote dell'imperatore Napoleone I. Nel 1837 la tenuta ed il titolo vennero acquisiti dal marchese Raffaele De Ferrari, mentre in epoca unitaria il territorio passò nuovamente di mano con vendite successive. I nuovi proprietari tuttavia ne affidarono la gestione ad abili amministratori, che intervennero con bonifiche, nuove tecnologie e nuove coltivazioni, tra cui quella del riso. Gli abitanti di Galliera, che nel 1911 risultavano essere circa 5.540, nel corso della guerra videro morire 88 loro concittadini. Galliera fu luogo di forti conflitti agricoli a partire dalla grande crisi agraria scoppiata negli anni Ottanta dell'800 come dimostra lo sciopero bracciantile avvenuto nell'anno 1886. Difficili furono le conquiste del lavoro e di remunerazioni e di riparti dei prodotti adeguati, per i braccianti, i mezzadri e i coltivatori diretti; lunga la lotta per la conquista del diritto di voto e della libertà di pensiero e d'organizzazione avanti la prima guerra mondiale e, dopo la fine del sanguinoso conflitto, nel "biennio rosso". Alle elezioni amministrative del 1914 i socialisti conquistarono la maggioranza nel consiglio comunale ed elessero a sindaco Natale Bonazzi. Il 3 ottobre 1920, nella consultazione che rinnovò l'amministrazione, i socialisti furono riconfermati e rielessero Bonazzi.

Tra Galliera, Pieve di Cento e Sant’Agostino (FE), vi è un grande monumento naturalistico: il bosco golenale della Bisana e della Panfilia, esempio di foresta umido-ripariale di pianura, un tempo diffusa in tutta la bassa padana. Nel paese l'antica parrocchiale di San Venanzio era in origine presso il castello; in occasione delle inondazioni del 1750 che distrussero entrambi gli edifici, la cura d'anime fu trasportata in un oratorio dedicato a Sant'Anna. Quest'ultimo fu ingrandito in due volte con l'aggiunta di un'arcata ed il rifacimento della facciata, diventando così l'attuale parrocchia. A San Venanzio, di fronte alla chiesa, sorge Palazzo Bonora con i telamoni che sorreggono il balcone. L'edificio era originariamente la residenza della famiglia Bonora, imprenditori agrari che per decenni gestirono con successo il patrimonio terriero del "Ducato di Galliera".

Il Comune viene così viene descritto nel volume Provincia di Bologna, collana Geografia dell'Italia, Torino, Unione tipografico editrice, 1900: "(4184 ab.). – Il territorio di questo Comune, occupante una superficie censita di 3455 ettari, si stende sulla estremità nord del mandamento, presso al confine colla provincia di Ferrara, dalla quale la separa il corso del Reno. L’argine destro del fiume inalveato protegge il territorio di Galliera dalle eventuali piene del fiume e dai suoi pericolosi straripamenti. – Il paese di Galliera (16 m. sul mare), capoluogo del Comune, ha edifizi moderni, taluni dei quali anzi signorili; una bella chiesa parrocchiale e scuole bene ordinate ed istituzioni di beneficenza. Ha stazione sulla linea Bologna-Ferrara-Venezia. Il Comune è assai frazionato; sono numerose le fattorie ed i cascinali sparsi nei vasti tenimenti del circostante territorio formanti la cosidetta Duchessa di Galliera intorno alla superba villa che dal luogo prende nome. Il territorio di Galliera, assai fertile e ben coltivato, produce cereali d’ogni specie, canapa, riso, stramaglie, vimini, canne. Non vi sono in luogo industrie se non quelle strettamente attinenti all’agricoltura, come l’allevamento del bestiame da stalla e da cortile, la confezione dei latticini, la lavorazione primitiva e casalinga della canapa. Cenno storico. – Si attribuiscono a Galliera origini antichissime e vuolsi che il luogo tragga il suo nome da una battaglia quivi avvenuta al tempo della conquista romana tra Galli e Romani, nella quale i primi, disfatti, avrebbero lasciato gran numero di morti sul terreno, ritirandosi precipitosamente sull’altra sponda del Reno. Anche nel medioevo il nome di questa borgata, munita di una rocca assai forte e soggetta quasi sempre ai Bolognesi, è ricordato durante le lotte dei Comuni come teatro di vicende guerriere. Maggior rinomanza prese questo luogo durante il Regno Italico, in cui i vasti tenimenti, caduti in potestà del Demanio, ch’erano nel suo territorio, furono, col titolo di duchea, da Napoleone I assegnati a Giuseppina Beauharnais, figlia di Eugenio vicerè d’Italia, e di Amalia principessa di Baviera. Nel 1823, essendo la giovane principessa passata a nozze con Oscar re di Svezia e figlio del valoroso Bernadotte, queste possessioni ed il relativo titolo passarono in altra proprietà; finchè, più tardi, ne fece acquisto il marchese Raffaele De Ferrari di Genova, ora universalmente noto col nome di duca di Galliera, che, durante la lunga sua residenza a Parigi, arricchitosi straordinariamente in larghe speculazioni bancarie e ferroviarie, prima di morire donò alla città di Genova 20 milioni, onde fossero iniziati i lavori di rinnovamento del porto, urgentemente reclamati dai crescenti bisogni del commercio e della navigazione e, morendo, lasciò ancora alla città natale altri cospiqui legati a scopo benefico ed educativo, tra i quali il famoso palazzo Rosso di via Nuova, colla galleria di quadri ricca di capolavori di Van Dyck. Morto il marchese De Ferrari il vastissimo tenimento di Galliera, col titolo ducale, passò per eredità alla famiglia del duca di Montpensier, coi Brignole e De Ferrari da lunghi anni stretta in grande amicizia ed intimità." Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.

Bibliografia: L. Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese, Comune per Comune, Bologna, ANPI, 1998; Manuela Rubbini, Galliera: un brandello antico d'Italia tra l'Europa e il Mediterraneo, Bologna, Costa Editore, 2002.

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1900 - 1914, i grandi affittuari terrieri e arretratezza della industria bolognese. Intervista ad Alberto Preti. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

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Offerte al Municipio di Bologna
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Nota delle offerte fatte al Municipio di Bologna dal dì 12 aprile al 30 giugno 1848, Bologna, Tipografia Sassi nelle Spaderie, 1848. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa

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