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Federazione giovanile comunista italiana, (FGCI)

1921

Schede

Il 29-31.1.1921 a Firenze si riunì il congresso nazionale della FGSI, presenti 200 delegati in rappresentanza di 53.314 iscritti.
All’inizio dei lavori fu messo ai voti un documento approvato dal Comitato centrale della FGSI che recitava: «Il C.C. delibera che nel convegno sarà data la parola solo ai rappresentanti dei partiti appartenenti alla Internazionale Comunista». Il documento ebbe 12.629 sì e 12.035 no. 4.905 voti andarono ad un documento intermedio, che prevedeva libertà di parola per tutti, e 2.000 furono i voti dei delegati che si astennero (Il Congresso della Gioventù Comunista, in “Il Comunista”, n.2, 3.2.1921).
I delegati della frazione comunista, pur essendo in minoranza, riuscirono ad impedire ai socialisti di prendere la parola e li indussero ad uscire dalla sala in segno di protesta.
Rimasti padroni del congresso, i delegati comunisti si pronunciarono per il superamento del PSI ed uscirono dalla FGSI. La FGSI sopravvisse alla scissione e la FGCI, subito costituita, aderì al PCd’I.
I dirigenti della FGCI non ebbero quell’autonomia politica che avevano sempre auspicato quando militavano nel PSI. Nel 1928, quando si tenne in Francia la seconda conferenza generale della FGCI, Ruggero Grieco, a nome della direzione del partito, disse che la federazione giovanile «che è stata all’avanguardia nella lotta contro il sindacalismo, il riformismo e il massimalismo» [..] «non appoggia più un’ala del Partito contro le altre frazioni, ma si trova compatta ad appoggiare tutto il Partito».
Pertanto oggi la FGCI «non ha più la funzione di critica, di avanguardia che aveva in seno al Partito socialista» e «aiuta e appoggia validamente il Partito comunista».
Luigi Longo, dirigente della FGCI, confermò: «Le direttive tracciate dalla conferenza del Partito, sono anche le nostre» (La seconda conferenza del Partito Comunista Italiano. La seconda conferenza della F.G.C.I., pp.244 e 245).
“L’Avanguardia”, già organo della FGSI, divenne l’organo della FGCI. La FGCI è stata ricostituita nel marzo 1949, come organizzazione giovanile del PCI.
Nel 1921 la maggior parte dei giovani socialisti dell’Emilia non passarono alla FGCI. A Bologna la scissione fu meno massiccia che in altre città, anche se nelle pubblicazioni ufficiali del PCI si legge che passò alla FGCI il 90% dei giovani socialisti. Il 20.2.1921, al primo congresso provinciale della FGCI, fu annunciato che 1.206 giovani (rispetto agli oltre 4 mila iscritti) avevano lasciato la FGSI.
Amedeo Tabanelli, uno dei promotori della FGCI e direttore de “La Scolta”, organo provinciale della FGSI, disse: «La maggior parte dei giovani sono caduti nell’equivoco unitario» (“La Scolta”, n.3-4, 27.2.1921). “La Scolta” seguì gli scissionisti perché Tabanelli si impossessò della testata. Il 27.2.1921 uscì con questo sottotitolo “Quindicinale di propaganda della Gioventù Comunista della provincia di Bologna”. Cessò dopo due numeri. [O]