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Giovan Battista Dell'Era

20 Maggio 1765 - 1798

Scheda

La precocità e la qualità delle opere ne fanno figura importante del primo neoclassicismo italiano, benché nota allo stato attuale della ricerca, quasi soltanto per le prove grafiche. La vita si ricostruisce in base ad un Dettaglio sul Pittore Dellera, redatto tardivamente, nel 1820, su notizie fornite dal fratello Domenico (cfr. G. Deri, 1965, pp. 288-291). Poco rilevante sarà stato l'alunnato, quasi puerile, presso il Cappella di Bergamo, seguace provinciale, ma non scarso, del Piazzetta; decisiva risulta invece l'esperienza di Brera, dove pare si legasse allo scultore carrarese Giuseppe Franchi, in quegli anni rappresentante autorevole della linea «moderna». La partenza per Roma è fissata concordemente dalle fonti più antiche al 1785. «Fu colà ch'Ei contrasse l'amicizia della celebre Kauffman; ne apprese agevolmente lo stile e la sussidio sovente nella formazione dei suoi quadri » (cfr. G. Deri, 1965, p. 288). A Bologna, quando gli viene assegnato il Curlandese nell'87, risulta adimorante in Roma (cfr. A.S. Bo., Assunteria d'Istituto, Diversorum, b 31). L'anno dopo le Memorie per le Belle Arti segnalano alcuni suoi lavori ad encausto per Caterina II, condotti sotto la direzione dell'Unterberger: vi collaborò, tra gli altri, Felice Giani (Ermitage, Sala degli Specchi). Successivamente si ha notizia della fuga da Roma nel '97, all'approssimarsi dei Francesi; incalza intanto la morte, che sopraggiunge a Firenze poco dopo, nel 1798. Il giudizio resta in gran parte affidato, s'è detto, alla qualità sottile, e spesso profonda, dei disegni, che consente di attribuire al Dell'Era un ruolo di punta tra gli italiani di Roma. «Esatto nel disegno, e nei contorni era anche fecondo nell'intreccio distinto e ragionato di storie, o favole, robusto nel colorito, morbido, e vivace nelle carnagioni, tenero al sonno, e robusto alla fatica delle vene, dei muscoli, dei nervi, facendo in pari tempo spirare i volti» cosi dice l'elogio, steso vent'anni dopo al suo paese natale.

Renzo Grandi

Bibliografia: Memorie per le Belle Arti, IV, 1788, p. 152; F.M. Tassi, 1793, p. 139; G. Rosini, VII, 1847, pp. 39-40, 71; A. Caimi, 1862, p. 45; P. Locatelli, 1867, pp. 424-435; A. Ottino Della Chiesa, 1959, pp. 117-118; G. Deri, 1965, pp. 288-292; A. Ottino Della Chiesa, 1967, pp. 18-19; T. Santagiuliana A. Sala, 1970; R. De Grada, 1971; S. Rudolph, 1977, pp. 176-177; S. Zamboni, in l'Arte del Settecento emiliano..., 1979, p. 234. Testo tratto da "I Concorsi Curlandesi". Bologna, Accademia di Belle Arti 1785-1870, catalogo della mostra, a cura di Renzo Grandi, Bologna, Galleria d’Arte Moderna, marzo-maggio; Museo Civico, giugno-luglio, 1980.