Caserme rosse

Caserme rosse

Campo di detenzione per rastrellati

Scheda

Complesso inizialmente militare, le Caserme Rosse all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre 1943 furono trasformate in campo di smistamento per rastrellati da parte del regime nazifascista a partire dall' 7 ottobre successivo. Un anno dopo, il 12 ottobre 1944 gli Alleati diressero un bombardamento aereo sulla struttura con una missione dedicata, provocando numerosi morti e feriti e distruggendo quasi completamente le Caserme.

Oggi sono parco pubblico, sito in via di Corticella 147. L'unica caserma superstite è oggi adibito a sala comunale polivalente, bocciofila, scuola materna, centro diurno per disabili e sede di diverse associazioni.

Una precisa descrizione della vita alle Caserme Rosse ci viene fornita dal Diario di Ernesto Cargioli, spezzino, che "soggiornò" in quel luogo nel settembre 1944:

"... Qui abbiamo dormito su dormitori di legno a scaffale con pagliericcio, altri su brande di legno composte da due cavalletti di ferro e tre tavole. Anche qui senza coperte, ma meglio comunque che a Lucca. Usciamo fuori e abbiamo l'impressione di essere in un vasto campo di smistamento italo-germanico. In un vasto quadrato recintato da muro, sorvegliato da sentinelle, sorgono diversi nuovi moderni fabbricati a un solo piano con una moderna attrezzatura. Funziona in pieno l'attrezzatura dell'acqua. Poiché l'acquedotto cittadino deve essere stato danneggiato dai bombardamenti, l'acqua viene portata con carri in vaste botti di ferro e non manca. Ogni fabbricato comprende tre bracci con 5 o 6 cameroni con relativi uffici e servizi di gabinetto e lavandini. I pavimenti dei cessi e i lavandini sono fatti di mattonelle di Ponzano. Questi accasamenti sono divisi da vasti cortili infestati da erbe selvatiche. Sono denominate Caserme Rosse. Si sente dire che qui prendono le generalità rilasciando un biglietto con il suo numero progressivo che ti danno scrivendoti sul registro. Poi si deve passare la visita da una comissione di medici italiani e tedeschi, che dividono i rastrellati in tre categorie: la prima comprende quelli che sono destinati in Germania; la seconda i lavoratori destinati alla Todt in Italia; la terza i più inabili destinati nella provincia di Bologna. Il vitto è molto migliore che a Lucca: caffè, due volte la minestra, un terzo rancio, insalata, carne o altro, due filoni di pane e frutta. Anche qui come a Lucca passano un po' da fumare: tre sigarette per ciascuno."

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Campi di detenzione, lavoro forzato e sterminio
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Bibliografia
1944, vengono i tedeschi ci prendono in casa: i rastrellamenti, i campi di concentramento nell'area toscana, romagnola, bolognese: prima ricognizione
Aquilano L.
1995 Bologna Comitato reg. per le celebrazioni del 50o anniversario della Resistenza e della Liberazione E.R.
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