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Bernardino Spada

1594 - 10 Novembre 1661

Scheda

ARMA: Di rosso a 3 spade d'argento manicate d'oro, poste in banda ed il capo d'azzurro caricato di 3 gigli d'oro posti in fascia.
Lo scudo è accollato ad una croce biforcata d'argento (S. Stefano), cimato da una croce trilobata d'oro e sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: BERNARDINVS CARD. / SPADA 1627 DE COLEG. / LEG. ITERVM 1630 (Cardinale Bernardino Spada Colegato 1627. Di nuovo Legato 1630).

La famiglia Spada era originaria di Brisighella in Romagna, essa non ha nulla a che fare con la famiglia Spada di Terni e di Roma d'antica nobiltà. Il tentativo fatto da alcuni biografi nel secolo scorso di dare alle varie famiglie di questo cognome una origine comune è pura invenzione. Erra dunque il Moroni nell'attribuire agli Spada di Brisighella origini antiche e nobili ascendenti. Lo stesso errore commette lo Spreti nell'attribuire a Paolo Spada, padre del nostro, origini nobili.
In realtà gli Spada che sorsero in Zattaglia presso Brisighella erano di modeste origini. Paolo Spada, nato nel 1541, era figlio di Giacomo Spada e Isotta Vespignani, il padre ebbe in appalto la Tesoreria di Romagna arricchendosi enormemente e così potè favorire la carriera ecclesiastica di suo figlio Bernardino.

Bernardino Spada nacque a Brisighella da Paolo e Daria Albicini nel 1594, studiò a Roma dove il padre lo aveva mandato, addottorandosi in legge. Uomo di grande ingegno e amante delle belle lettere divenne famoso come giureconsulto e letterato.
Sotto Paolo V entrò in prelatura dove percorse una rapida carriera diventando prima segretario apostolico poi referendario delle Due Segnature indi Vicario della Basilica Vaticana. Con Gregorio XV divenne Chierico di Camera e quando Urbano VIII salì al soglio pontificio la sua carriera ricevette un nuovo impulso.
Nominato Vescovo di Damietta fu inviato Nunzio a Parigi dove si mise in luce per le sue doti diplomatiche; lo stesso Papa poi, nel 1627, lo creava Cardinale Prete con il titolo di S. Stefano al Monte Celio inviandolo nell'ottobre dello stesso anno Legato a Bologna.
In questo nuovo ufficio ebbe modo di mostrare tutte le sue capacità di amministratore mettendo pace tra i nobili ed assicurando l'ordine. Si dimostrò pure munifico mecenate e promosse grandi opere urbanistiche come la costruzione del Forte Urbano a Castel Franco e l'ampliamento della nuova via Urbana.
Terminati i tre anni di legazione nel 1630, in vista dei suoi meriti, venne confermato dal Papa come collegato accanto al Cardinale Antonio Barberini suo nipote.
Fu lo Spada l'autore dell'ampliamento e della decorazione araldica della sala del Palazzo Pubblico che, in omaggio al suo protettore, chiamò Urbana. Tornato a Roma nel 1631 venne ancora impiegato in importanti incarichi politico-diplomatici come quando fu delegato a trattare la pace con il Duca di Parma per la guerra di Castro.
In tale occasione il Granduca di Toscana Ferdinando II , gli conferì il baliaggio dell'ordine di S. Stefano. Divenne poi Vescovo di Albano nel 1645 poi di Frascati nel 1652 ed infine di Palestrina nel 1655.
Morì a Roma il 10 novembre del 1661.