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Altare funerario di Adiutor

30 a.C. - 30 d.C.

Schede

Provenienza: Forse da Roma. Collezione Palagi

TRASCRIZIONE

Adiutor

Lib(ero?)


TRADUZIONE

Adiutor

A Libero (?)

Il piccolo cippo  è decorato sui lati da vasi baccellati da cui fuoriescono tralci di vite con pampini e grappoli d’uva, con due volatili posti ai piedi del vaso e rivolti verso l’esterno. Sulla fronte del piccolo altare l’iscrizione si apre ad una duplice interpretazione, a seconda di come si vorrà sciogliere l'abbreviazione LIB: se LIBERTUS, avremo una piccola ara che nomina un ex schiavo; se invece sciogliamo con LIBERO avremo un altare dedicato al dio Libero, antica divinità italica della vegetazione e della fecondità, assimilata dai Romani a Dioniso/Bacco in qualità di dio del vino. Nell’impossibilità di sapere con certezza assoluta quale sia quella giusta, la seconda ipotesi ci appare più suggestiva e in sintonia con la decorazione. 

Sormonta la base una piccola stele, decorata da un quadretto con due uomini e un cane e da un grosso vaso con tralci, uva, pampini: la presenza anche sulla stele dell’iscrizione LIB e la similitudine degli elementi decorativi, fanno pensare che stele e cippo facessero parte di uno stesso monumento. 

Curiosità: Il 17 di marzo di ogni anno a Roma e nel mondo romano si tenevano i Liberalia, feste religiose in onore di Liber Pater e della sua compagna Libera. In questa occasione i ragazzi giunti alla maturità deponevano la bulla (un gioiello-amuleto ricevuto alla nascita) e la toga praetexta (bordata da una striscia rossa e tipica dei giovani altolocati, dei magistrati e dei sacerdoti) e indossavano la toga virilis (tutta bianca), entrando quindi nell’età adulta e divenendo cittadini romani a tutti gli effetti, pronti ad esercitare diritti e doveri all’interno dello stato.

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Descrizione tecnica

Pietra calcare: 54,5x36x33 cm. Inv. 19212